Grecia salva, almeno per il momento! Il raggiungimento dell’accordo con gli investitori privati per lo swap, costituisce solo l’inizio di un sentiero, che dovrebbe condurre al salvataggio del Paese.
Atene è in ginocchio per i numerosi scioperi e manovre di austerity che non hai mai convinto pienamente, con una disoccupazione salita al 21% e un’attività produttiva ridotta all’osso.
Dall’Eurogruppo è arrivato il semaforo verde per l’erogazione di un nuovo piano di aiuti, al quale dovrebbe seguire anche l’erogazione di altro ossigeno da parte del Fmi. Si tratterebbe di oltre 130 miliardi di euro, che unitariamente al piano di haircut approvato con privati ed istituzionali, consentiranno una riduzione importante del deficit e nel contempo liquidità a sufficienza per sostenere l’attività del Paese.
Si conosceranno poi le condizioni richieste per l’erogazione degli aiuti, che stando alle ultime indiscrezioni, porteranno ad un sostanziale commissariamento del Paese, con l’adozione di riforme strutturali tesi a rilanciare definitivamente il Paese. Si procederà ad un monitoraggio dell’azione governativa più stringente rispetto all’attuale, subordinando l’erogazione delle diverse tranche a specifici obiettivi di bilancio.
L’obiettivo è quello di portare il Paese, in tempi non lunghissimi, a camminare con le proprie gambe anche se non manca chi vede, come azione per la definitiva uscita della crisi del Paese, l’uscita dall’euro entro i prossimi anni con il ritorno al Dracma.
Tornando ai numeri dello swap, l’adesione è stata dell’85,3% e permetterà una riduzione del debito del 53% per circa 100 miliardi. L’obiettivo è quello di portare il rapporto debito Pil al 120% entro il 2020 dall’attuale 160%.
Una domanda che in queste ora si pongono in molti è quale sarà il futuro per chi non ha espresso adesione allo swap? La risposta è arrivata dallo stesso esecutivo ellenico, che ha fatto sapere di voler optare per il Cac. Si tratta di un’azione collettiva che costringerebbe di fatto, anche agli investitori che non hanno dato l’assenso all’operazione, ad aderirvi forzosamente portando così le adesioni ad oltre il 95%.
Rimane solo un 5% di detentori dei titoli, che è costituito da bond emessi da legislazioni diverse da quella ellenica, per i quali Atene ha concesso una proroga fino al 23 marzo per decidere l’adesione o meno allo swap. Per chi non deciderà di aderirvi, le opzioni sono molteplici: dal rimborso integrale del capitale investito (assai poco probabile) fino a riscontri peggiorativi rispetto a quelli concessi in sede di swap. Lo stesso ministro Venizelos ha chiarito di non aver risorse per rimborsare integralmente il capitale.
In un quadro già sostanzialmente poco chiaro rimane un’ulteriore incognita, quella dei Credit default swap. Non è infatti chiaro se ci sarà un rimborso e di quanto, per chi si è coperto acquistando Cds ellenici. L’Isda ha fatto sapere che il 19 marzo si avrà una maggiore chiarezza sulla situazione.