Federico Rampini è senza dubbio una delle migliori penne del giornalismo italiano odierno. Una figura di rilievo e un intellettuale non organico, capace di barcamenarsi con disinvoltura tra lo stile più giornalistico e quello più autorevole da scrittore e narratore contemporaneo.
Tra le sue molteplici qualità, senza dubbio ciò che lo distingue, è l’originalità. La capacità di fondere e di sintetizzare temi importanti e mainstream, con riflessioni e digressioni personali. Tutto questo arricchisce e rende accattivante il suo stile. Senza dubbio le esperienze estere in Cina e negli Stati Uniti, hanno contribuito a renderlo una delle voci più autorevoli del giornalismo italiano.
Il suo nuovo volume, All you need is love, è tratto da uno spettacolo teatrale, ed è il tentativo di narrare la crisi odierna attraverso le canzoni dei Beatles. Si tratta di un espediente per trattare temi ostici e complessi come la finanza e l’economia in salsa pop. Certo, non si tratta del primo tentativo in cui i Fab Four sono il nucleo narrativo utilizzato come veicolo per raccontare altro. Probabilmente però è la prima volta che si è scelto di usare Ringo, Paul John e Paul per svelare cosa c’è dietro alla crisi economica attuale.
Si parte proprio dal 1969, anno cruciale per la svolta dei Beatles. Il mondo stava cambiando, e con loro anche la musica e lo show business. Nelle parole del chitarrista George Harrison c’è tutto: “Andare agli studi di Apple per le registrazioni era una corvée, come andare a scuola; e poi firma qui firma lì, sembravamo dei businessmen, sommersi tra contratti e dispute legali”.
Però la storia della musica, dell’arte e dello spettacolo sono caratterizzate da eventi che scaturiscono proprio dai momenti di crisi, dramma e catarsi, come dicevano i greci.
Così in questo clima i Beatles hanno l’illuminazione e la scintilla scocca con il concerto improvvisato sul tetto del palazzo dove ha la sede la loro casa discografica, a Londra. Oggi tutti sappiamo che questo è stato un evento epocale, paragonabile per intensità e per coraggio a quegli eventi capaci di caratterizzare e segnare un’epoca. Tracciare una linea di separazione tra il mito e la storia, quasi.
Secondo le fonti dell’epoca l’ apparizione dei Beatles su quel tetto all’aperto crea lo scompiglio nel Business District, il quartiere degli affari dove ha sede Apple. Una provocazione in un’epoca che aveva ancora le sue regole. E la notizia che i Beatles stanno suonando in pubblico nel cuore di Londra si sparge all’istante – malgrado non esistano i social network come twitter o facebook.
Partendo da questo episodio, ma ce ne sono tanti altri interessanti e divertenti Federico Rampini traccia un bilancio che collega i Beatles alla crisi attuale che attanaglia i Paesi dell’Eurozona. Quando arriva il sole? Here comes the sun, come dicono i Beatles.
In una carrellata che inizia con il 2009 e che ripercorre tutte le date e gli episodi salienti degli ultimi anni arriviamo ai giorni odierni e tracciamo un bilancio delle due crisi economiche che nel giro di pochi anni hanno caratterizzato e stanno segnando questa epoca.
Le crisi, sostiene Rampini, sono state fabbricate a tavolino, sono “made in Europe”, perché sono il frutto delle scelte dei governi. La forza delle ideologie può essere micidiale.
Tagliare le spese, alla fine dovrebbe aggiustare miracolosamente i conti pubblici? Si è perso e si sta perdendo ancora tempo, tempo prezioso per una intera generazione di cittadini europei, dove a farne le spese, finora sono stati soprattutto i giovani. Una buona generazione di europei segnata da questo processo economico e produttivo scriteriato e immobile. Rampini sostiene anche che le ideologie economiche sono come i fanatismi religiosi, impermeabili alla prova dei fatti.
“Quando pure le sedi accademiche smettono il loro ruolo di territorio neutrale e di spazio riservato esclusivamente alla libertà del pensiero questa danneggia il sistema occidentale, la sua economia e il suo pensiero”.
All you need is love, è un volume lucido, temerario, con quel coraggio di osare e di raccontare il presente, attraverso il passato, che spesso manca ai narratori odierni. La forza e l’audacia di Rampini è tutta qui. Ed è col coraggio che bisogna uscire da questa crisi, a testa alta e con il cuore pieno di emozioni.