Asta Bot 10 miliardi ok, rendimenti minimo storico da Ue

Asta Bot ItaliaPiazza Affari di  nuovo in rialzo, in una giornata caratterizzata dal collocamento di 10 miliardi di euro sul mercato di titoli di Stato italiani. La domanda continua ad esser robusta, nonostante nelle ultime settimane lo spread si sia notevolmente abbassato, portandosi sulla soglia dei 250 punti base.

I numeri non lasciano alcun dubbio sulla fiducia tornata sul bel Paese. In particolare, il rendimento dei Bot a 12 mesi è sceso allo 0,703% che costituisce il minimo dalla nascita dell’euro con una riduzione importante rispetto allo 0,922% dell’asta precedente.

La riduzione del rendimento era atteso, ma non in questi termini. In realtà molti osservatori hanno da subito sottolineato che la domanda è stata inferiore rispetto alla media delle ultime aste, probabilmente proprio a causa dei bassi rendimenti.

Il bid-to-cover sul titolo a 12 mesi si è attestato a 1,16 mentre sul Bot flessibile a 219 giorni (il cui rendimento si è attestato a 0,393%) è stato di 2,09 volte l’offerta. Come si spiega questo? Sicuramente la domanda del 12 mesi è stata condizionata da rendimenti ora poco appetibili, mentre il flessibile da una size molto limitata.

Al di là di questi aspetti, comunque importanti, quello che va rilevato è che è ritornata una fiducia inaspettata sull’Italia, nonostante le ultime vicende politiche. Da più parti si ritiene che lo spread possa ulteriormente abbassarsi portandosi sui 200 punti base.

In realtà quello che appare evidente è che oltre che nel Bel Paese ci sia una ritrovata fiducia sul vecchio continente e ne è la testimonianza il movimento al ribasso di tutti i differenziali di rendimento tra Paesi periferici e Bund tedesco. Quello iberico ad esempio, si è portato a 290 punti base, con il rendimento del decennale al 4,24%. Nell’ultimo anno la tendenza è stata evidente, tanto che nell’ultimo anno i rendimenti dei Bot si sono sostanzialmente dimezzati con un impatto molto positivo sulle finanze pubbliche.

Per quanto concerne l’economia la situazione rimane sempre precaria, con la recessione che non trova argini nonostante da più parti si preveda una ripresa nella seconda parte dell’anno.

Bce presidente Mario DraghiL’Istat ha annunciato che le famiglie italiane continuano a versare in difficoltà importanti, con una contrazione del reddito reale dovuta all’aumento dell’inflazione. Anche le imprese non se la passano bene, come evidenzia una produzione industriale in calo del 4,2% nei primi tre mesi dell’anno.

Mario Draghi ha chiesto al Paese una maggior azione per uscire dalla crisi, dopo la politica di austerità posta in essere da Mario Monti. La Bce durante la crisi ha fatto tutto il possibile per risollevare le sorti dei Paesi periferici, ma ora soltanto riforme strutturali potranno garantire l’uscita dalla crisi.

A far eco all’ex Bankitalia oggi il Fondo monetario internazionale, che attraverso Gerry Rice. Ha commentato la decisione del governo di sospendere l’Imu sulla prima casa nel mese di giugno sottolineando l’importanza di delineare una strategia di riforme fiscale a più ampio raggio, che rende il sistema fiscale più efficiente e giusto. Ryce si riferisce in particolare ad una riforma del lavoro con una maggiore defiscalizzazione. In ogni caso precisa che il tutto deve avvenire mantenendo in equilibrio i conti pubblici.

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