Spread in rialzo: mutui sempre più cari

mutui casaOrmai l’argomento è all’ordine del giorno e non c’è giornale, telegiornale o sito web d’informazione che non ne parli: gli spread sui mutui sono ai massimi storici. Per le famiglie italiane che si apprestano ad acquistare un’abitazione, questa è una pessima notizia e si traduce in importi sensibilmente più elevati per le rate del finanziamento.

Lo spread infatti non è altro che il “guadagno delle banche”, cioè il costo aggiuntivo che esse applicano all’erogazione di capitale e che va ad aggiungersi al consueto tasso – fisso o variabile – calcolato in base agli indici di mercato (rispettivamente Eurirs ed Euribor). Come comportarsi in questa situazione? Come difendersi dall’aumento vertiginoso degli spread?

Cominciamo col dire che i “fortunati” che hanno iniziato a rimborsare il mutuo prima di settembre possono dormire sonni tranquilli: gli aumenti degli spread non sono infatti retroattivi e fa fede la percentuale indicata sul contratto al momento della stipula. Chi non è ancora ufficialmente mutuatario, invece, deve fare bene i propri conti per non restare invischiato in piani di ammortamento insostenibili negli anni a venire. Trovare spread inferiori al 2% in questo periodo è estremamente difficile e la richiesta di mutuo è diventata, ancor più di prima, una questione a cui dedicare la massima attenzione.

Il dubbio principale in questi mesi di grande incertezza è quello relativo al tasso: fisso o variabile? Per limitare gli effetti degli spread impazziti generalmente si tende a preferire il variabile, che di base è più basso rispetto al fisso. Tuttavia, l’attuale situazione economica europea lascia intendere probabili rialzi nel prossimo futuro e la componente di rischio associata ai finanziamenti a tasso variabile è destinata a salire. In poche parole, non c’è una regola da seguire nella scelta del tasso ma vale la pena di tenere bene in mente l’opzione di surroga, ovvero la possibilità di trasferire il proprio mutuo a costo zero per ottenere condizioni migliori presso una nuova banca. Un’ottima opportunità per correggere gli “errori di gioventù” e per sfruttare gli eventuali ribassi futuri degli spread.

Particolarmente complicata, infine, la situazione di chi ha richiesto un mutuo nei mesi scorsi e si trova oggi costretto ad affrontare la stipula del contratto a condizioni differenti da quelle pattuite inizialmente. Gli spread vecchi, infatti, erano in certi casi inferiori all’1% ma non tutte le banche li hanno bloccati al momento del preventivo: alcuni istituti congelano il tasso per 8 mesi, altri per 1 mese, altri ancora per un lasso di tempo indicato nei documenti forniti al cliente.
Ancora una volta, dunque, si raccomanda la massima attenzione nelle fasi che precedono la firma definitiva.

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