Da Cernobbio, in occasione del workshop Ambrosetti, l’Amministratore Delegato di Enel Fulvio Conti ha confermato le stime relative ai conti di Enel, che prevedono nell’anno in corso un Ebitda di 16,5 miliardi di euro.
Un risultato rassicurante, considerando la congiuntura economica molto negativa con le ultime previsioni che vedono il Pil italiano a meno 2,4%. Nessun riferimento invece sull’indebitamento, che lo stesso Conti aveva stimato entro fine anno pari a 43 miliardi.
L’Ad poi anticipa l’emissione di un nuovo bond riservato alla clientela retail all’inizio del prossimo anno. La scorsa settimana Enel ha collocato un bond da 1 miliardo di euro.
Conti sottolinea che l’operazione non sarebbe nemmeno necessaria, considerando l’attuale situazione finanziaria del gruppo, ma Enel è pronta a cogliere le opportunità che si presentano nel corso del tempo tornando sul mercato qualora i tassi dovessero rientrare. Il gruppo stando all’ultimo rendiconto presentato a marzo ha liquidità, tra fonti interne e di terzi, per circa 28 miliardi di euro.
Niente di sicuro dunque. Tutto dipenderà dalla situazione dei mercati nel prossimo anno. Il gruppo ha una durata media del debito di 6 anni di cui 14 miliardi di euro in scadenza nel 2014, 7 entro il prossimo anno con un tasso medio del 4,9%.
Cresce ora l’attesa dei risparmiatori dopo l’annuncio, considerando che quelle Enel sono le obbligazioni tra le più amate dagli italiani. All’inizio dello scorso anno andò a ruba un emissione da 3 miliardi di euro.
Tornando all’emissione da 1 miliardo di inizio settembre, il collocamento deliberato dal Cda nel novembre dello scorso anno nell’ambito del Global Medium Term Notes, è stato riservato esclusivamente a investitori istituzionali è stato integralmente sottoscritto con adesioni per 5,7 miliardi.
Il rendimento dell’obbligazione, di durata ventennale, si è attestato al 4,875%, contro i Btp che a quella data avevano con medesima scadenza un rendimento di circa il 5,3%. Il rating di Enel è Baa1 per Moodys’ e BBB per S&P’s e Fitch.
Il prossimo anno, soprattutto se lo spread dovesse rientrare in prossimità dei 200 punti base, anche altre utility potrebbero tornare a finanziarsi sui mercati, dopo aver ridotto sensibilmente i collocamenti durante gli ultimi mesi per via delle forti tensioni sui mercati.