Nell’articolo pubblicato ieri abbiamo affrontato il tema dei “Cani del Dow”, la strategia di investimento sui dividendi più popolare in assoluto, soprattutto negli Stati Uniti.
Sono in molti gli studiosi che hanno approfondito il tema dei dividendi, offrendo delle analisi sui rendimenti storici che meritano attenzione, e che affronteremo in seguito. Sono inoltre in corso studi, che proveranno a dimostrare il differenziale di rendimento ottenuto tra società che nel corso di un determinato orizzonte temporale hanno adottato politiche di incremento del dividendo, rispetto a quelle che di contro hanno apportato tagli al proprio dividend yield.
In questa sede ci preme sottolineare che sono molteplici le società che offrono dividendi interessanti, ma scegliere un titolo soltanto perché offre un buon dividendo potrebbe rivelarsi una strategia molto pericolosa nel lungo periodo. Molte società, soprattutto appartenenti al settore utility, si rivelano nel tempo, delle mere “mucche da mungere”, con azionisti interessati ad accaparrarsi gran parte degli utili da queste conseguito con un duplice effetto negativo: in primis quello di deprimere in maniera consistente il titolo, provocandone nel tempo una caduta vertiginosa; in secondo luogo limitando il futuro della società, che viene privata di risorse a sufficienza per dare seguito ai propri programmi di espansione.
Ecco perché dietro alla scelta di un titolo è necessario che vi sia una parallela analisi dei fondamentali dell’azienda stessa, della crescita delle principali componenti di reddito e di una struttura finanziaria solida. Ci sono molteplici società che per offrire rendimenti allettanti sono poi costrette a contratte debito, generando una struttura insostenibile nel lungo periodo.
L’elemento discrezionale è fondamentale per chi assume decisioni di investimento, e questo rappresenta un limite della strategia dei Cani del Dow, al quale tuttavia si deve dare l’onore dei risultati concreti realizzati nel tempo.
Tornando al listino statunitense del Dow Jones , la top ten dei dividendi ha ottenuto nel 2011 una performance complessiva del 12%. La parte del Leone l’ha giocata Mc Donalds, che nell’ultimo anno ha realizzato una performance positiva di oltre il 30%, grazie ad un business che funziona ed è in grado nel tempo di registrare profitti sempre in crescita.
L’unico in rosso, seppur di poco, è stato Du Pont.
Un fattore che va preso in considerazione da parte degli investitori europei, che decidono di investire su singoli titoli quotati a Wall Street, è il cambio euro/dollaro, che soprattutto negli ultimi anni ha inciso in maniera molto rilevante sulle performance di riferimento. La soluzione alternativa, per mitigare l’effetto cambio, è quella di investire su strumenti, come fondi, Sicav o Etf, che consentono un’esposizione hadge sul cambio, in modo da neutralizzare l’effetto di tale componente sulla performance complessiva.