Questi titoli sono definiti “zero-coupon”. Questo vuol dire che essi non maturano una cedola di interessi periodica ma la loro redditività viene data dalla differenza che intercorre tra il valore del titolo al momento della sottoscrizione di acquisto e il suo valore nel momento in cui l’acquirente ne chiede il rimborso alla scadenza, stabilita al momento della stessa sottoscrizione di acquisto.
La loro durata può essere pari o inferiore ai dodici mesi.
Il rimborso di un BOT da parte dello Stato viene detto “alla pari”; questo significa che l’investitore riceverà, a titoli di rimborso il valore nominale del titolo stesso pari, ad esempio, a mille euro. Il ricavo dell’investitore sarà legato quindi alla differenza tra questo valore nominale “alla pari” e il prezzo di acquisto sostenuto per lo stesso titolo che viene definito “sotto la pari” perché, nel nostro esempio, inferiore a 1000 euro.
Se si deve stabilire con precisione il rendimento di un BOT bisogna comunque tenere presente che esso subisce una tassazione del 12,5%, percentuale che va sottratta al valore dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore al momento del rimborso.
Il metodo di emissione dei BOT sul mercato degli investimenti è quello delle “aste competitive”.
A tali aste non possono partecipare gli investitori privati in prima persona ma solo gli operatori finanziari autorizzati che vengono incaricati dagli investitori stessi ad operare un acquisto per loro conto.
Queste aste hanno luogo sui mercati regolamentati quali il MOT (Mercato elematico delle Obbligazioni e dei Titoli di stato) e sul MTS (Mercato telematico a pronti dei titoli di stato): sul primo vengono contrattati i lotti da 1000 euro o multipli, sul secondo i lotti di valore pari o superiore a 2,5 milioni di euro. Ovvio che, trattandosi di un’asta, i lotti vengono assegnati all’intermediario che fa l’offerta più vantaggiosa.
Resta da dire che i BOT sono senza dubbio una forma di investimento sicura, semplice e stabile in quanto non risente in alcun modo delle oscillazioni dei mercati finanziari. Di contro però c’è da aggiungere che a tutta questa sicurezza si affianca una modesta rimuneratività.