Brutta giornata per le borse mondiali quella di ieri, con perdite diffuse su tutti i listini con il ritorno della paura dopo i rialzi messi in piedi negli ultimi mesi.
Wall Street chiude decisamente in negativo per il secondo giorno di fila, con l’indice Dow Jones che registra un ribasso dello 0,34% a 13.877,63 punti ed il Nasdaq in calo dell’1,04% a 2.711,51 punti, e l’S&P 500 dello 0,63% a 1502,42.
Disastrosa Piazza Affari che ha chiuso la seduta con un passivo del 3,13% appena sopra i 16 mila punti, con un rosso diffuso su tutto il listino. Unico titolo in verde Parmalat, con una performance del 2,24% che si dimostra ancora una volta un titolo che va controcorrente rispetto alla tendenza generale del listino.
Profondo rosso per il comparto bancario con le due big del credito Intesa e Unicredit che hanno lasciato sul parterre rispettivamente il 4,07 ed il 4,30%. Peggior titolo del listino Mediaset, che ha lasciato sul terreno il 5,71%.
Forte discesa per tutta l’Europa con l’indice Eurostoxx 50 che ha perso il 2,23%. Perdono terreno Dax e Cac 40, che perdono l’1,89 e il 2,29%. Forte discesa anche per le borse asiatiche dove si continua a discutere di un rischio bolla immobiliare, dopo la crescita incontrollata dei prezzi della case negli ultimi anni.
A provocare la discesa dei listini le notizie provenienti dalla Federal Reserve, dove all’interno del board ci sono delle posizioni contrarie al proseguimento del programma di Quantitative Easing.
Attualmente la banca centrale statunitense immette sul mercato qualcosa come 85 miliardi di euro. Togliere di improvviso le stampelle ai mercati spaventa analisti e operatori che rispondono con le vendite, che colpiscono anche il cambio euro/usd che tocca i minimi da inizio anno andando a sfiorare quota 1,31.
Tornando all’Italia oltre agli elementi sopra menzionati tiene banco il discorso elezioni con la possibilità che non si riesca a formare un governo. Lo spread continua a salire con decisione arrivando a superare i 290 punti base con il rendimento del titolo decennale che torna cosi a sfiorare il 4,5%.
Più elevato lo spread tra bonos spagnoli e bund tedeschi che sale a 360 punti.