Dimissioni Monti: sell off su Piazza Affari e spread in rialzo

Dimissioni Mario MontiLe dimissioni annunciate dal premier Monti hanno provocato un vero e proprio sell off su Piazza Affari, in una giornata caratterizzata da rialzi generalizzati sugli altri listini finanziari internazionali.

La borsa di Milano ha perso il 2,2% ed è salito anche lo spread, con il differenziale di rendimento tra Btp e Bund che ha sfiorato i 360 punti base, per poi scendere e chiudere a 351 punti con il rendimento del decennale al 4,85%.

A picco i principali istituti di credito, con Unicredit e Intesa Sanpaolo che perdono oltre il 5%. Sospese per eccesso di ribasso in mattinata Bpm, Ubi Banca e Banca Mps.

Avvio si seduta odierna in parità per Piazza Affari in attesa delle dichiarazioni che ci saranno in giornata sul dopo Monti, con il premier che sarà intervistato in una trasmissione televisiva e secondo alcune indiscrezioni di stampa proverà a buttare acqua sul fuoco tranquillizzando gli investitori sulla sua successione.

Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi non è andato giù agli investitori che sono tornati ad allontanarsi dal mercato italiano dopo il gran recupero messo a segno dal giugno scorso ad oggi, in cui lo spread si è quasi dimezzato come sottolineava il premier nei giorni scorsi.

L’annuncio del Pdl al di là delle deboli minacce dei mesi scorsi era inaspettato ed è arrivato proprio alla fine della legislatura, considerando che il mandato naturale del governo sarebbe finito ad inizio marzo. A questo punto non è escluso un ritorno alle urne già nel mese di febbraio. Dall’Europa si chiedono quale sarà la politica economica seguita dal prossimo governo, se proseguirà nel rigore e nel riequilibrio dei conti pubblici oppure se si volterà pagina definitivamente dal lavoro svolto dal governo tecnico in questi mesi, temendo una campagna elettorale antieuropeista.

Silvio Berlusconi PdlIntanto c’è curiosità sull’esito dell’asta da 4,25 miliardi di euro di giovedì dove verranno negoziati titoli a 3 e 15 anni.

Alcune indiscrezioni di stampa ora riferiscono della possibilità del Paese di chiedere aiuti al fondo salva Stati, eventualità comunque remota considerando che i conti pubblici sono decisamente riallineati a quanto richiesto da Bruxelles rispetto a qualche mese fa.

Intanto l’Istat ha divulgato le statistiche economiche relative alla soglia di povertà, nella quale rientrano tre italiani su 10 nel 2011. In particolare, il 28,4% degli italiani è a rischio povertà, e la percentuale cresce notevolmente tra gli anziani e famiglie monoreddito.

La società di ricerca sottolinea che negli ultimi due anni l’economia reale è notevolmente peggiorata, tanto da precisare che ad oggi “vivere in Italia è peggio che stare in qualsiasi altro paese europeo”.

Tra le diverse aree geografiche è il Sud a soffrire maggiormente con il 19,4%, mentre il Centro ed il Nord seguono con il 7,5% ed il 6,4%. 

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