Parte la ripresa dell’Eurozona. Ma l’Italia è ancora al palo!

Ripresa economica EurozonaContinua il buon momento per le borse europee che anche oggi segnano un forte rialzo sulla scia dei  buoni dati macroeconomici provenienti da Eurozona e Cina.

I segnali di recupero dell’economia del vecchio continente sono ormai evidenti, anche se a macchia di leopardo, considerando che da un lato la Germania accelera caricando la Merkel in vista delle prossime elezioni e dall’altro l’Italia permane in recessione, con un governo traballante nelle mani del vulcanico Silvio Berlusconi.

Tornando ai dati odierni, i dati Pmi europei sono risultati migliori delle attese assegnando alla Germania il ruolo di locomotiva della ripresa. Il tessuto economico tedesco torna ad esser forte spinto dai consumi interni e dall’export, facendo presagire un Pil robusto nel 2013 dopo un avvio poco promettente.

Solo germogli di ripresa dalle economie periferiche. La produzione industriale registra complessivamente il balzo più marcato dal 2011 ad oggi. Per la prima volta dal luglio del 2011 c’è un miglioramento, anche se lieve, anche dai consumi interni di beni e servizi. Migliorano per il secondo mese di fila le esportazioni.

Tra i diversi Paesi la Germania la più brillante mentre continua a deludere la Francia, la cui produzione industriale ha segnato rispetto a luglio un saldo in calo.

Per ciò che concerne la crescita, il prodotto interno lordo nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,5%, rispetto al 0,3% del trimestre gennaio-marzo. Poco entusiasmo invece per il Bel Paese, il cui Pil segna una riduzione dello 0,2%. Si tratta dell’ottavo mese in calo consecutivo.

Wolfgang SchaeubleL’Ocse ha invece segnalato in crescita Gran Bretagna e Usa dello 0,6% rispetto al 0,4 e 0,3% del trimestre precedente. Un avanzamento identico anche per il Giappone, in calo rispetto al 0,9% rilevato ad aprile relativamente al periodo gennaio-marzo.

Tornando all’Europa, ad appannare la ripresa, c’è sempre il caso Grecia.  Il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble ha sottolineato che entro il 2015 sarà necessario un nuovo massiccio piano di interventi per salvare il Paese dal default. Sarebbe il terzo dal 2010 ad oggi e c’è il rischio che alcune posizioni di sostegno vengano meno rispetto agli ultimi pacchetti deliberati.

La posizione più a rischio è proprio quella della Germania e tutto dipenderà dall’esito delle elezioni di settembre. La domanda  che si pongono in tanti è se centinaia e centinaia di miliardi di euro finora concessi in prestito al Paese ellenico serviranno a qualcosa, o si riveleranno soltanto un palliativo che rimanda solo nel tempo, un triste finale.

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