Fallimenti imprese, secondo Cgia in cresciuta del 114% per crediti P.A.

Analisi saldi Cgia MestreIl numero di fallimenti continua a crescere a dismisura. Gli ultimi dati divulgati dalla Cgia di Mestre hanno evidenziato tra il 2008 ed il 2012 una situazione sconcertante riguardo le imprese che hanno chiuso bottega, per le quali sono cresciute del 114% quelle che hanno chiuso perché creditrici dello Stato.

Il segretario del sindacato degli artigiani poi sottolinea che secondo le loro stime i crediti vantati dalle imprese verso la P.A. sono ben oltre i 91 miliardi di euro stimati da Bankitalia, attestandosi a 120 miliardi di euro.

Il numero uno della Cgia di Mestre sottolinea che i dati sono riferiti al 2011 e non prendono in considerazione aziende con meno di 20 dipendenti. Un dato quindi poco significativo, considerando l’importanza che quest’ultimo anno nel tessuto imprenditoriale italiano. Dall’analisi dell’istituto di via XX settembre inoltre erano state escluse aziende dei settori Sanità e servizi sociali, che generalmente hanno crediti molto importanti verso la P.A.

Bortolussi elogia il lavoro fatto dagli ultimi governi per andare incontro alle imprese, sbloccando i crediti ma sottolinea l’inefficienza di oltre un decennio chiedendo una maggior determinazione nell’affrontare il problema, per dare un taglio secco alla debitoria, che per molte imprese costituisce linfa vitale.

Bortolussi CGIA MestreSecondo le ultime decisioni del governo, verranno stanziati 20 miliardi l’anno il che vuol dire che non prima del 2018 si sbloccherebbe la situazione, senza considerare i debiti che si creeranno nel frattempo.

Le imprese che chiudono per crediti sono sempre di più, e da questo punto di vista, come sottolinea il report della Cgia, l’Italia è il fanalino di coda in Europa. In difficoltà anche gli stessi crediti da riscuotere tra le imprese.

Negli ultimi mesi, pur rimanendo agli ultimi posti in Europa, ci sono stati dei miglioramenti che sono di buon auspicio, con una riduzione dei tempi medi di pagamento di 10 giorni a 170, rispetto ai precedenti 180 giorni. Intanto in un contesto di grande difficoltà per le imprese italiane, la Consob ha approvato il decreto sul crowdfunding, che costituisce un passo in avanti importante nel finanziamento alle imprese che innovano.

E’ un’opportunità anche per i piccoli risparmiatori che hanno la possibilità di investire con piccole somme in grandi progetti, con una struttura consolidata in grado di ridurre i rischi. Il sistema è piuttosto snello, basti pensare che fino a 500 euro la sottoscrizione del capitale della società di riferimento può avvenire on line, dopo aver compilato un semplice modulo, a cui seguirà il bonifico dell’importo desiderato.

Qualora si voglia invece investire delle somme che superano il limite predefinito, sarà necessario redigere un questionario che definisce il profilo di rischio dell’operazione, la consistenza patrimoniale del cliente come avviene negli investimenti finanziari. Ed in tal caso sarà necessario rivolgersi ad un istituto di credito oppure ad una società di gestione del risparmio.

Gli investitori non potranno comunque investire oltre 1.000 euro, mentre le persone giuridiche potranno arrivare fino a 10.000 euro l’anno.

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