Gli ispettori del Fondo Monetario Internazionale approderanno in Italia domani per completare il lavoro di vigilanza svolto sugli istituti di credito del Bel Paese, per eseguire una valutazione degli asset in portafoglio giungendo quindi ad una sintesi sulla rischiosità della banca.
L’incontrò tra gli ispettori e i rappresentanti delle diverse banche avverrà a Milano. Tra i nomi circolati c’è quello di Banca Popolare di Milano, mentre nei mesi di novembre e dicembre erano finiti sotto la lente Banco Popolare, Ubi Banca e Banca Monte dei Paschi di Siena.
Oggetto dei controlli quindi le banche di medio/grande dimensione. Nello specifico la valutazione avviene sulla politica di accantonamento delle sofferenze su crediti, che rappresentano sempre più la nota dolente per le banche di tutto il mondo.
Secondo l’Abi le sofferenze nel mese di novembre hanno raggiunto il livello storico di 121,8 miliardi di euro. E’ quindi fondamentale che le sofferenze siano coperte da efficaci meccanismi di copertura.
Le ultime evidenze parlano di insoddisfazione da parte dell’istituto internazionale sulla politica di accantonamenti finora utilizzata, con gli ispettori che chiedono di destinare maggiori risorse a questo scopo pur riducendo nel breve periodo gli utili.
Ma L’Abi ha risposto sottolineando che rispetto a tutto il resto del mondo l’Italia ha un sistema bancario più solido, con politiche di accantonamento molto forti. In particolare, l’istituto guidato da Giuseppe Mussari, sottolinea che alla base di quanto dichiarato dal Fmi vi è una difformità di parametri, che rendono difficile mettere in comparazione i nostri istituti rispetto al resto del mondo, dove la contabilità è difforme.
L’esempio fatto è quello dei prestiti ristrutturati. In alcuni Paesi, come la Spagna questi non vengono considerati in sofferenza, come invece avviene in Italia.
C’è curiosità sull’esito dell’ispezione i cui risultati si avranno soltanto durante la prossima primavera. Sarà determinante anche per i mercati finanziari, rischiando di provocare un nuovo attacco speculativo sul Bel Paese. Inutile dire che qualora le politiche di accantonamento venissero considerate insufficienti, gli istituti di credito sarebbero chiamati ad affrontare un nuovo aumento di capitale.
Oltre che da parte del Fmi, le principali 20 banche italiane sono anche sottoposte ad un’ispezione da parte di Banca d’Italia proprio sul tema dei crediti in sofferenza.