Un nulla di fatto nell’incontro tra il premier greco Antonis Samaras e i vertice della Troika, l’organismo formato per controllare i progressi fatti dal Paese ellenico e fungere da interfaccia con Bce, Ue e Fmi.
Secondo le ultime indiscrezioni di stampa, la Troika non avrebbe dato il proprio assenso ad alcuni interventi programmati dal governo greco, che a sua volta non avrebbe ripiegato alle richieste dell’organismo internazionale.
Nei giorni scorsi il neo premier ellenico ha annunciato il varo di un nuovo piano di austerità finanziario di circa 11,5 miliardi di euro, che farà da apri pista ad un nuovo piano di aiuti da 31 miliardi di euro.
Sarebbe il terzo intervento a favore della Grecia dal 2010. Per gli annunci manca comunque l’ufficialità, che dovrebbe arrivare dopo l’incontro con l’Ecofin in programma il prossimo 15 settembre.
Numerosi gli interventi, che saranno programmati da qui al 2015 e vanno da un nuovo taglio delle pensioni, agli stipendi pubblici, fino alla Sanità.
La sensazione è che la Grecia, ancora una volta si piegherà alle richieste di Bce e Fmi, considerando che è ormai appesa al cordone ombelicale degli organismi internazionali.
Il Paese è alle fame dopo 5 anni di recessione consecutiva e anche gli ultimi dati macro non fanno prospettare nulla di buono. Da ultimo l’Elstat ha divulgato i dati sulla produzione industriale, che registra una flessione del 5% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
La Germania è ancora una volta la più intransigente sulla situazione, invitando la Troika a fornire un quadro quanto più veritiero della reale situazione del Paese, in modo da valutare opportunamente la concessione o meno degli aiuti.
Nelle ultime ore sono emerse con forza anche le opposizioni di Samaras. Da un lato, il leader dell’ex partito di maggioranza Evangelos Venizelos, che ha sottolineato come la situazione sia poco positiva in quanto non si riesce a trovare un accordo con la Troika, soprattutto in riferimento a tagli su stipendi e pensioni.
Il leader della sinistra democratica Fotis Kouvelis ha invece dichiarato che le istituzioni internazionali dovrebbero comprendere che il Paese è alla fame e non ha più la forza per sopportare altre manovre repressive. Al contrario, l’unica strategia valida per far ritornare competitivo il Paese è il varo di misure di stimolo alla crescita.