La crisi economica e la dura recessione che ha colpito l’Italia ha fortemente indebolito il potere d’acquisto dei cittadini che da un lato si trovano a dover fronteggiare il rincaro dei prezzi e dall’altro gli effetti delle manovra poste in essere dal premier Monti e finalizzate al risanamento dei conti pubblici.
I prezzi, nonostante la crisi, non accennano ad arrestarsi come conferma l’ultimo report di Bankitalia. Il Tasso di Inflazione si attesta al 2,9% con una perdita reale nelle tasche degli italiani, situazione che fanno sapere da via Nazionale non riguarderà solo il 2012, ma si estenderà anche al prossimo anno.
Se l’indice dei prezzi al consumo segna un andamento in rialzo del 2,9%, le retribuzioni segnano una crescita dell’1,3% con un saldo quindi negativo in termini di potere d’acquisto.
Un dato molto negativo che determina una discesa ulteriore per l’economia reale, caratterizzata da consumi depressi da ormai diverso tempo.
Sull’andamento dell’economia, Bankitalia ripercorre con leggere differenze quantitative quanto dichiarato in settimana dal Fondo Monetario Internazionale. Comune la visione recessiva non solo nell’anno in corso ma anche nel 2013: nell’anno in corso l’economia si contrarrà dell’1,9% secondo il Fmi e del 2% per Banca d’Italia e rispettivamente dello 0,3% e dello 0,2% nel prossimo anno.
Determinante per una revisione delle previsioni, sia in meglio che in peggio, l’andamento dello spread che pesa sensibilmente sui conti pubblici. Da via Nazionale sottolineano che prima della speculazione che ha colpito i titoli di Stato italiani, le previsioni sulla crescita italiana erano dell’1%.
Previsioni deboli sul 2013 anche per quanto concerne la disoccupazione che potrebbe arrivare al 13%. Bankitalia prevede un ripresa nel corso della seconda metà del prossimo anno, mentre sulla prima dovrebbero pesare le difficoltà dei consumi, il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro e la situazione dell’immobiliare che segna livelli elevati di difficoltà.
Previsioni migliori invece per quanto concerne l’inflazione rivista in ribasso all’1,8% entro il 2013. Sull’impennata inflazionistica ha inciso in maniera significativa da un lato l’incremento dell’Iva, salito al 21% e dall’altro il rincaro dei carburanti.