All’interno del processo di ristrutturazione del sistema bancario ad opera del fondo Atlante, uno dei primi passi compiuti ha riguardato la banca Popolare di Vicenza. In particolare, negli ultimi giorni sta prendendo sempre più forma la sua vendita. Secondo diverse fonti del settore il fondo ha iniziato a considerare la possibilità di rimuovere i crediti inesigibili presenti a bilancio con lo scopo di consolidare la stabilità dell’istituto ed incentivare eventuali acquirenti all’acquisto dell’azienda, a questo punto alleggerita.
Tuttavia finora la ricerca di potenziali acquirenti è stata ardua anche per via delle perquisizioni nella sede centrale ad opera della Guardia di Finanza. Qualche giorno fa le autorità hanno sequestrato altri fascicoli presenti in sede all’interno delle indagini iniziate nell’autunno passato. Infatti si potrebbe ipotizzare il reato di appropriazione indebita che si andrebbe ad aggiungere ad altre ipotesi di reato già formulate in precedenza come ostacolo alla vigilanza ed aggiotaggio. I responsabili sarebbero l’ex presidente Giuseppe Zigliotto, Giovanna Maria Dossena, l’ex direttore generale Samuele Sorato oltre ad Emanuele Giustini ed Andrea Piazzetta. Tuttavia occorre precisare che le perquisizioni si sono limitate esclusivamente agli uffici dell’istituto veneto e non alle dimore degli indagati soprattutto per via del fatto che, secondo gli inquirenti, la condotta illecita potrebbe essere derivata più che altro da una cattiva e carente organizzazione all’interno dell’istituto stesso.
Gli attuali vertici della Popolare di Vicenza sono i primi a voler fare luce sulle vicende passate che riguardano l’istituto. Per questo motivo l’amministratore delegato Francesco Iorio, recentemente confermato alla guida della banca anche dopo l’ingresso del fondo Atlante, ha apertamente offerto il suo “impegno incondizionato e fiducia necessaria per proseguire nel rilancio della Banca, a beneficio dei suoi clienti, azionisti e dipendenti”. Parole che suonano di circostanza soprattutto in seguito alle più recenti perquisizioni. Infatti queste sono state un segnale abbastanza chiaro di come la credibilità della banca e dei passati amministratori siano sempre meno forti.
La vendita della Popolare di Vicenza rimane in cima alla lista del fondo Atlante in quanto permetterebbe di liberare una buona fetta del suo capitale da destinare poi al consolidamento delle altre banche del sistema bancario italiano che si trovano in cattive acque. Infatti come possibile osservare facilmente grazie ad alcuni broker finanziari come IG, la maggior parte delle banche italiane si trovano in difficoltà sia per la fatica nell’operare in economicità sia per delle vicende di governance interna. Perciò la risoluzione del nodo vicentino è di interesse primario e comune a tutti i partecipanti al fondo e non solo. Il rilancio dell’intero sistema bancario è uno dei tasselli principali per far ripartire anche l’economia nazionale. Infatti questo permetterebbe la riapertura dei rubinetti del credito verso le imprese che continuano ad arrancare e che necessiterebbero di investimenti.