Nello svolgimento della mia attività professionale sono venuto a conoscenza del fatto che la maggior parte dei correntisti sceglie la propria banca più sulla base dei costi che della qualità dei servizi. Da qui la diffusione, acuita negli ultimi anni, di banche che offrono il conto completamente gratuito (anche se pochi lo sono per davvero).
La concorrenza è spietata con la presenza di realtà in seria difficoltà, che attraggono capitali con offerte particolari (conti deposito, gratuità conto, pagamento bolli al posto del cliente) per cercar di uscire dalle proprie difficoltà o semplicemente prender tempo.
L’esempio più calzante è quello dei conti deposito, in cui società che offrivano tassi molto elevati (fuori mercato) sono finite oggi commissariate. La raccomandazione di economiapertutti è quella di non farvi cogliere impreparati, documentandovi al meglio sugli istituti di credito in cui depositerete il vostro denaro … nessuno vi regalerà mai niente.
Fatte le dovute premesse, in questo articolo ci occuperemo dell’imposta di bollo e di alcune banche che si prendono la premura di versarla allo Stato in luogo del cliente.
L’imposta di bollo, sia sul conto corrente che sugli investimenti, viene versata allo Stato e pesa sul cliente. Le banche quindi addebitano l’imposta sul conto del cliente, e poi la girano all’erario. Sempre nella mia professione dialogo quotidianamente con correntisti, convinti che l’imposta di bollo sia un costo del conto che finisce nelle casse della banca. Invece per la banca è un’operazione neutra, anzi negativa visto che consiste in una uscita di denaro.
Veniamo ora a spiegare il funzionamento delle due imposte di bollo, che sono state modificate con il Decreto Salva Italia del 1 gennaio 2012. L’imposta di bollo sarà pari a 34,20 euro annuali sui conti correnti e libretti bancari con una giacenza media di oltre 5.000. In caso di soggetti giuridici l’imposta sale a 100 euro l’anno
Diverso è il discorso del bollo sui titoli. In questo caso al momento dell’approvazione del decreto l’imposta era pari allo 0,10% del controvalore dei titoli fino ad un max di 1.200 euro, poi salito allo 0,15% con minimo 34,20 e senza alcun tetto massimo.
Nel caso del bollo su conto corrente alcune banche, in fase di instaurazione del rapporto, assicurano al primo anno il pagamento del bollo, altre per periodi più brevi o più lunghi. Attualmente le banche che prevedono questo tipo di vantaggio sono: Che Banca, Ing Direct, Youbanking di Banco Popolare, Conto Max di Banca Ifis, Creval.
Ci sono poi alcune banche che pagano anche l’imposta sui titoli, ma solo relativamente ai conti deposito sottoscritti presso la banca di riferimento. E’ questo il caso di Rendimax di Banca IFIS, di Youbanking, di IW Bank, di IBL, ING Direct e Findomestic.