Probabilmente sorprenderà a tanti, visto che la bufera di cui è stata protagonista ha finito per infangare anche quel che di buono ha, ma Finmeccanica svolge un ruolo chiave nella redditività dello Stato italiano.
Lo riferisce PROMETEIA con la pubblicazione di una ricerca condotta con l’Oxford Economics che riguarda il contributo che Finmeccanica da all’Italia, da cui lo stesso viene quantificato in 9 miliardi di euro, pari allo 0,6% del Pil nazionale.
Il calcolo annovera chiaramente sia il contributo diretto che quello indiretto apportato dal business della società partecipata dallo Stato. Lo studio recita che Finmeccanica “impiega e supporta inoltre oltre 130.000 occupati, contribuisce alle entrate dello Stato per 4 miliardi di euro (in termini di imposta).
“Gli effetti moltiplicativi generati sono apprezzabili: ogni euro di valore aggiunto del gruppo genera ulteriori 1,6 euro nell’economia italiana e ogni occupato sostiene altri 2,1 posti di lavoro in Italia” continua il dossier. Tornando al discorso occupazionale: ben 50.000 occupati si trovano nel Nord-Ovest, 35.000 nel Sud.
Finmeccanica è un’azienda che fa le cose per bene, infatti la produttività del lavoro è superiore al 50% ed anche in termini di innovazione i numeri sono importanti, con un investimento annuale che nel 2012 ammontava a 1,3 miliardi di euro.
Una cifra enorme che complessivamente equivale al 6,6% delle spese di Ricerca e Sviluppo che viene effettuata in Italia.
La vena innovativa dovrebbe perdurare nei prossimi anni. Prometeia invita l’azienda a continuare su questa direzione anche nei prossimi anni “occorrono investimenti per la ricerca tecnologica per innovare e testare nuove tecnologie: sono interventi necessari per mantenere l’attuale posizionamento strategico e continuare a rappresentare un’eccellenza dell’industria italiana”.
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha commentato lo studio sottolineando l’importanza di effettuare investimenti nel settore da parte dello Stato in quanto si tratta di investimenti produttivi che generano ricchezza tecnologica e occupazione.