I Fondi Comuni di Investimento sono una forma di strumento finanziario basata sulla raccolta di somme di denaro appartenenti a risparmiatori che intendano effettuare degli investimenti con i propri risparmi. Tali somme vengono affidate ad una società di gestione del risparmio che effettua tutte le operazioni di investimento dall’esterno, nel senso che essa non ha partecipazione diretta nell’investimento attraverso i propri capitali che restano disgiunti da quelli del fondo di cui si occupa.
Queste peculiarità dei fondi comuni vengono stabilite già dal decreto che li regolamenta e che li definisce come “patrimonio autonomo, suddiviso in quote di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte” (Decreto Legislativo n. 58/98).
Vediamo ora di capire quali sono le caratteristiche peculiari di tali fondi e il loro funzionamento generale.
La società di gestione del risparmio che si occupa di un fondo raccoglie il capitale risultante dall’accumulo delle singole somme versate dagli investitori. Tali somme vengono impiegate in investimenti in azioni o obbligazioni (valori mobiliari) che, uniti insieme, costituiranno il patrimonio unico e indiviso del fondo. Ciascun risparmiatore sarà possessore di un certo numero di quote patrimoniali, cioè una frazione la cui entità sarà legata alle somme singolarmente investite.
Esistono diverse tipologie di fondi comuni di investimento (che analizzeremo più avanti) ma tutti garantiscono ai singoli investitori gli stessi diritti (suddivisione dei guadagni in misura proporzionale rispetto alle quote possedute) e gli stessi doveri (ripartizione delle eventuali perdite subite dal fondo per le oscillazioni dei mercati azionari).
In base alle loro caratteristiche peculiari i fondi comuni si distinguono in diverse categorie che descriviamo di seguito.
Sulla base della ripartizione dei profitti accumulati, ad esempio, possiamo distinguere i fondi a distribuzione dei proventi che maturano delle cedole di interesse periodiche che possono venire direttamente accreditate sul conto corrente dell’investitore possessore di quote; e fondi di accumulazione dei proventi nei quali invece i profitti si accumulano nel tempo e possono essere capitalizzati dall’investitore solo nel momento in cui egli decida di vendere le sue quote.
Altri due tipi di fondi sono i fondi comuni chiusi e fondi comuni aperti. I primi hanno un livello di rischio piuttosto elevato e quindi riguardano quote di investimento piuttosto consistenti le quali possono essere rimborsate all’investitore solo dopo un periodo di tempo predeterminato che non può variare. I fondi aperti invece hanno un patrimonio variabile che può accrescersi o decurtarsi ogni giorno sulla base di acquisto o vendita di quote. Questi ultimi sono molto più diffusi dei primi.
Da un punto di vista giuridico, inoltre, i fondi aperti si dividono in altre due ulteriori categorie: i fondi di diritto italiano armonizzati UE e i fondi di diritto italiano non armonizzati UE.
Per quanto riguarda i primi, la gestione spetta a società di gestione italiane che devono però attenersi alle direttive di gestione europee che tendono a tutelare, tramite regole precise, gli investitori da eventuali rischi di perdite inaspettate. Tali regole impongono alle società di gestione di non investire più del 10% del patrimonio totale del fondo in un singolo emittente e di investire solo ed esclusivamente in titoli quotati nei mercati regolamentati.
I fondi non armonizzati UE, invece, non devono sottostare a questo tipo di vincoli e pertanto possono essere più rischiosi ma anche più remunerativi. Essi sono stati creati con provvedimento della Banca d’Italia nel 1999. Si tratta dei fondi speculativi (o hedge fund) e dei fondi di fondi. Gli Hedge Funds si differenziano dai normali fondi comuni solo rispetto al tipo e alle tecniche di gestione. Quindi questo tipo di fondo ha la struttura di un fondo di investimento privato che limita l’ingresso ad investitori qualificati ed istituzionali o ad investitori che dispongono di ingenti somme da riversare nel fondo stesso (basti pensare che la soglia di ingresso è di 500000 euro). Inoltre questi fondi prevedono un periodo di immobilizzo del capitale investito piuttosto lungo, offrendo però una redistribuzione degli interessi a scadenza mensile.
I Fondi di Fondi, invece, concentrano i loro investimenti non in attività finanziarie primarie ma in attività finanziare scaturite da altri fondi di investimento. La loro peculiarità, rispetto ai precedenti, è che riescono a diversificare il rischio finanziario per gli investitori operando in numerosi settori e su numerose merci. Permettono inoltre di poter investire somme meno consistenti ma hanno lo svantaggio di addebitare al risparmiatore-investitore costi più elevati legati alle numerose spese di commissione e di gestione.