La caratteristica peculiare degli ETF, che li differenzia dagli altri fondi comuni, è l’indicizzazione. Vediamo in cosa consiste.
Il fatto che gli ETF siano indicizzati vuol dire che essi seguono in maniera passiva l’andamento di un certo indice di borsa al quale decidono di accodarsi. Questo indice può essere di diversa natura come, ad esempio, obbligazionario, geografico, di settore o azionario. Pertanto il rendimento di un ETF dipende dal rendimento di questo indice di mercato.
Facciamo un esempio numerico per chiarire. Poniamo il caso che un fondo ETF sia legato passivamente all’indice S&F 500 che, in un momento delle contrattazioni di borsa quotidiane raggiunge un incremento del 5% sul suo valore iniziale, di conseguenza, anche il fondo ETF varierà il suo valore del 5% in più. Lo stesso dicasi per un’eventuale abbassamento di valore. Dunque l’ETF si identifica come una forma di investimento che si piazza a metà tra un comune fondo di investimento e un’azione, sfruttando le positività di entrambi.
Le classi di investimento attraverso le quali gli ETF possono essere indicizzati sono molteplici, ad esempio gli indici di società immobiliari o di materie prime, gli indici nazionali azionari del settore tecnologico, automobilistico, bancario, ecc., gli indici azionari dei mercati emergenti quali Cina, India, Brasile, ecc.
Un particolare tipo di ETF sono gli ETF Strutturati che, a differenza degli altri ETF, oltre a produrre un rendimento basato sull’andamento dell’indice di mercato al quale hanno deciso di assoggettarsi, mettono in pratica delle tecniche di gestione che hanno anche altre finalità.
Tra questi ETF ci sono: gli ETF a protezione o flessibili che tendono alla protezione del portafoglio da eventuali ribassi dell’indice di riferimento; gli ETF a leva che sfruttano l’andamento dell’indice in maniera più che proporzionale; gli ETF short con o senza leva che sfruttano i movimenti dell’indice di riferimento in maniera inversamente proporzionale.
In ogni caso gli ETF strutturati e gli ETF normali si comportano più o meno allo stesso modo e il loro rendimento è sempre legato in maniera passiva alle oscillazioni dell’indice di mercato scelto come riferimento. Questo lascia poco o nessun margine di intervento al gestore dei fondi stessi. Pertanto il gestore, citiamo ad esempio il sistema di ETF trading di Avatrade, funge semplicemente da intermediario tra l’investitore e il mercato per effettuare le necessarie transazioni.
Anche per gli ETF strutturati l’investitore può decidere se beneficiare direttamente dei dividenti maturati oppure se reinvestirli in nuove contrattazioni, senza correre alcun rischio di insolvenza da parte del soggetto emittente.