Il significato delle opzioni (2 di 2)

opzioni trading onlineCome abbiamo visto nel precedente articolo sulle opzioni, queste ultime possono produrre, alla loro scadenza, dei profitti o delle perdite che sono strettamente connessi con le oscillazioni del mercato.

I profitti e le perdite dipendono, per essere più precisi, dal superamento dovuto a rialzo (per le opzioni call) o a ribasso (per le opzioni put) del prezzo di partenza dell’opzione (definito strike) rispetto alle quotazioni del sottostante.

Facciamo un esempio legato all’opzione call per spiegare meglio questo concetto.

Al momento della sua scadenza, un’opzione call non varrà nulla nel caso in cui il prezzo del sottostante sia arrivato ad essere più basso di quello corrisposto per lo strike. In un caso del genere per l’investitore sarebbe più conveniente acquistare direttamente il sottostante al suo prezzo di mercato piuttosto che esercitare il suo diritto di opzione.

Sulla base del confronto tra prezzo di esercizio e prezzo corrente del sottostante si possono distinguere tre differenti tipi di opzioni:

  1. ATM (Opzione At The Money): quando il prezzo di esercizio e prezzo corrente dell’attività sottostante coincidono.

  2. ITM (Opzione In The Money): quando il prezzo di esercizio è più basso (per le call) o più alto (per le put) rispetto al prezzo corrente dell’attività sottostante.

  3. OTM (Opzione Out of The Money): quando il prezzo di esercizio è più alto (per le call) o più basso (per le put) rispetto al prezzo dell’attività sottostante.

Se si verifica il caso di put ITM, cioè con un valore del sottostante che resti inferiore al prezzo di esercizio, l’investitore avrà un profitto decidendo di esercitare il proprio diritto di opzione e vendendo quindi i propri titoli ad un prezzo superiore a quello corrente di mercato. Al contrario, nel caso di put OTM e quindi con un prezzo di mercato del sottostante più elevato di quello dello strike, sarà più conveniente per l’investitore non operare il proprio diritto di opzione. Nel caso delle opzioni call (ITM o OTM) si verificherà il perfetto contrario e cioè sarà utile esercitare il diritto di opzione se il prezzo del sottostante sarà più alto di quello dello strike, mentre risulterà del tutto anti-economico esercitare il diritto di opzione nel caso contrario.

Il valore dell’eventuale profitto che scaturisce da queste diverse opzioni viene definito valore intrinseco dell’opzione che è una delle componenti, ma non la sola, che stabiliscono il prezzo finale di un’opzione.

Cerchiamo di capire quali sono le altre componenti

Un’altra componente che concorre a definire il prezzo di un’opzione è data dal valore temporale dell’opzione stessa. Consideriamo il caso di un’opzione OTM che abbia una scadenza significativamente lunga: per una OTM con scadenza a breve termine, il valore intrinseco sarebbe pari a zero, ma se la scadenza è a lungo termine, c’è una forte probabilità che l’opzione nel tempo passi da OTM a ITM in prossimità della scadenza stessa. Ed è proprio il “prezzo” di questa probabilità che influisce sul prezzo finale dell’opzione.

Il valore temporale è anche influenzato dalla volatilità del sottostante, che è un parametro piuttosto complicato da tenere sotto controllo in quanto legato a una gran quantità di dati storici e statistici del titolo stesso. La tendenza adottata dagli investitori professionisti è quella di comprare opzioni in previsione di un aumento della volatilità e di venderle se si prevede il caso contrario.

Anche la domanda e l’offerta per un titolo sul mercato può influenzare il prezzo delle opzioni. Tuttavia questo non è un fattore altamente significativo e determinante in quanto gli squilibri di mercato tra domanda e offerta sono piuttosto limitati e risulta complicato trarre profitti da questi piccoli scompensi.

Occorre ora fare una piccola distinzione tra le opzioni europee e quelle americane. È abbastanza chiaro che le opzioni americane, dando all’investitore una facoltà di scelta circa i tempi di utilizzazione del diritto entro la scadenza, abbiano un prezzo leggermente più elevato rispetto a quelle europee il cui diritto si può esercitare solo alla scadenza precisa. In ogni caso le call americane e quelle europee continuano ad avere tendenzialmente lo stesso prezzo perché il diritto ad esse legato non viene mai esercitato prima della scadenza.

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