Fitch taglia il rating italiano a BBB, colpa delle elezioni

Agenzia ratings FitchLa notizia era nell’aria da tempo e con ogni probabilità non sconvolgerà più di tanto i mercati. Il debito italiano è stato declassato da A- a BBB da parte di Fitch. L’agenzia di rating ha cosi deciso di abbassare il merito creditizio alla luce delle difficoltà politiche del Paese dopo l’esito a dir poco incerto delle ultime elezioni politiche.

Inoltre sottolinea l’agenzia la crisi in Italia è molto importante, tanto da vivere una delle recessioni più profonde di tutta l’Europa.

Il debito italiano cosi finisce ad un passo dall’uscire dall’area investment grade, che circoscrive i rating tra BBB a AAA. Al di sotto di questo range sono presenti rating junk, spazzatura che invece sono associati a Paesi con basso merito creditizio che generalmente offrono rendimenti ben più elevati. La decisione di Fitch si allinea sostanzialmente a quelle di Standard&Poor’s e Moody’s i cui rating sono rispettivamente BBB e BAA2.

Tornando all’agenzia di rating a stelle e strisce c’è molto pessimismo sulla formazione di un governo stabile visto il sostanziale pareggio elettorale a 3 raggiungo dai tre principali partiti, tra i quali entra con forza la novità Movimento 5 Stelle.

Governo tecnico MontiIl Paese ha invece bisogno di riforme strutturali e di continuare il percorso intrapreso lo scorso anno dal governo tecnico guidato da Mario Monti.

Ma anche la situazione economica non migliora e le previsioni per il 2013 sono dolorose con un il debito al 130% del Pil ed una recessione che non placherà con un Pil previsto in calo dell’1,8% nonostante germogli di ripresa nella seconda parte dell’anno.

Tra i fattori positivi dell’Italia, vengono citati un’economia mediamente prospera e diversificata e un livello di indebitamento privato moderato. Infine il rapporto deficit Pil al 2,5% dopo le tre manovre messe in atto tra il 2011 ed il 2012.  In sintesi la situazione italiana si fa sempre più difficile. Certo in un contesto di crisi come quello attuale non fa bene un governo instabile, anche perché gli investitori istituzionali di tutto il mondo attendono risposte concrete dal Bel Paese.

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