Dal mese di giungo il mercato obbligazionario ha registrato un forte calo. Il miglioramento del quadro macroeconomico ha spinto Bernanke ad annunciare che la Federal Reserve presto potrebbe iniziare gradualmente il piano di ritiro degli stimoli all’economia, per poi completarlo entro il primo trimestre del 2014.
La reazione è stata devastante, dando benzina ai mercati azionari occidentali ma azzoppando sia gli emergenti che i beni rifugio come i Treasury bond.
Proprio i titoli di Stato Usa negli ultimi giorni sono arrivati a sfiorare un rendimento del 3%, più che raddoppiato rispetto ai minimi registrati solo qualche mese fa. Gli investitori ora sono a caccia di opportunità, cercando di acquistare occasioni sulle ceneri di uno storno risultato più importante del previsto.
Attualmente le occasioni non mancano ma sono favorevoli soprattutto per investitori con orizzonte temporale medio/lungo, perché si è consci che nel breve potrebbero esserci altri storni. Un articolo pubblicato oggi dal Sole24Ore evidenzia il rendimento dei titoli di Stato più interessanti a livello mondiale. Ovviamente il metro di riferimento è sempre la scadenza decennale.
I titoli che in questo momento rendono di più si trovano in Africa, e sono di Nigeria e Kenya con un rendimento rispettivamente del 13,5 e 12,2%. Al terzo posto si trova invece un Paese che sta vivendo un momento decisamente negativo. Si tratta del Brasile, la cui banca centrale solo qualche giorno fa ha deciso di innalzare i tassi al 9% con l’obiettivo di contrastare l’inflazione, sempre in maggior ascesa. I decennali americani hanno un rendimento del 12,1%.
In Europa il Paese che paga di più è la Grecia. In realtà fino a qualche mese fa Atene era il Paese che offriva in assoluto il miglior rendimento ma poi, lo stemperare delle tensioni nel vecchio continente e i progressi fatti dal nuovo governo Samaras hanno riportato fiducia sul salvataggio del Paese. Attualmente i titoli di Stato ellenici offrono un rendimento del 10,5%.
Altri Paesi che pagano tassi elevatissimi, sempre in doppia cifra sono Turchia e Venezuela, mentre si attestano sul 8,5-9% India e Indonesia.
In realtà però oltre ai rendimenti queste obbligazioni presentano insidie evidenti. La principale è di natura valutaria, infatti la stragrande maggioranza delle valute collegate a questi Stati come real, ruphia, lire turche, stanno vivendo una fase di forte svalutazione che finisce per ridimensionare fortemente i rendimenti, portandoli molto spesso anche in negativo (come potrebbe avvenire quest’anno).
Poco entusiasmante al confronto il rendimento del decennale italiano, che con uno spread vicino a 250 unti base offrono un rendimenti di circa il 4,4%. Valute a parte , altro elemento da prendere in considerazione è il rating, che misura il merito creditizio del Paese di riferimento.