Forti vendite su Mps all’indomani della presentazione del rendimento semestrale della banca di piazza Salimbeni che registra pesanti perdite dovute a svalutazioni.
In borsa, con l’indice Ftse Mib di Milano in ribasso di circa mezzo punto percentuale, il titolo perde il 7,64% indossando la maglia nera all’interno del listino. La perdita nei primi sei mesi è pesante, pari a 1,617 miliardi di euro contro un utile di 261,4 milioni di euro registrato nel primo trimestre dello scorso anno.
Non si è fatta attendere la reazione di Citigroup che ha portato il rating della banca a “sell” dal precedente “neutral”. Nei prossimi giorni è probabile che anche altre banche rivedano al ribasso il giudizio sulla banca senese, che continua ad inanellare trimestri negativi preoccupando non poco gli addetti ai lavori.
Sulla perdita, come anticipato, ha inciso significativamente la decisione del Cda di procedere alla svalutazione di avviamento ed attivi finanziari anche oltre le ragionevoli previsioni. La banca era stata costretta a svalutare notevolmente gli asset già nel corso dello scorso anno, quando furono tagliati ben 4,3 miliardi di euro.
I guai di Mps come già scritto in precedente sono iniziati dall’acquisizione paperoniana di Antonveneta, il cui marchio ora è stato letteralmente azzerato.
La decisione della banca senese è stata necessaria e consente ai nuovi vertici, in primis il presidente Profumo e Viola di ripartire con nuovi auspici, ripulendo gli errori del passato che rischiavano di compromettere seriamente il futuro della banca. Proprio Profumo ha criticato la gestione precedente a suo dire non buona sia per l’oneroso acquisto di Antonveneta, costata 9 miliardi di euro che per l’eccessiva esposizione in titoli di Stato.
Il piano industriale della banca prevede obiettivi molto ambiziosi da qui al 2015 che hanno come fondamentale premessa quella di ripartire con strategie ben diverse da quelle assunte in passato, voltando definitivamente pagina con le politiche troppo aggressive di un tempo.
Svalutazioni a parte, Mps ha presentato risultati in arretramento anche per quanto concerne la raccolta, ridottasi dell’1,7% a 132,4 miliardi di euro, con gli impieghi che si sono ridotti del 6,2%.
In picchiata anche il margine di interesse, in arretramento del 10% nel secondo trimestre, che non preoccupa più di tanto Viola.
Vediamo ora il bicchiere mezzo pieno. Le svalutazioni hanno consentito alla banca di migliorare la struttura patrimoniale tanto che il Core Tier 1 è migliorato di 50 punti base portandosi al 10,8%. La banca deve comunque ancora restituire i Tremonti Bond per quasi 2 miliardi di euro.
Altre news importanti riguardano il piano di taglio dei costi che prevede una riduzione del 16% nel 2012 che arriverà ad una riduzione dell’organico di 4.600 unità.