Dove investire? Dopo il rally, investitori disorientati

trend finanziarioNegli ultimi giorni i mercati finanziari hanno registrato un deciso rallentamento, che ha dato il via a prese di beneficio dopo il robusto rialzo messo a segno dall’inizio dell’anno.

In realtà analisti ed esperti erano concordi nel ritenere che dopo una progressione così consistente e parzialmente ingiustificata, era logico attendersi uno storno. Le ultime due settimane sono state difficili soprattutto per i mercati dell’area Piigs, acronimo che raccoglie i Paesi con più elevati difficoltà all’interno dell’area Euro (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).
 

Da qui a fine primavera è quindi possibile che i mercati consolidino i rialzi, con un trend laterale che dovrebbe poi definirsi nel corso dell’estate in base alla situazione macroeconomica, al momento ancora troppo fumosa. Il rialzo del 2012 è finora dovuta all’accordo raggiunto in Grecia con gli investitori privati, e dalla solida economia degli Stati Uniti.

Ma per il resto, i problemi sono rimasti gli stessi e le prospettive di crescita nel 2012 saranno un miraggio per molti Paesi; tra questi l’Italia. Il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera, in settimana, ha palesato le difficoltà economiche del Paese, rimandano la crescita a non prima del 2013.

Con questo scenario difficile attendersi miracoli dall’azionario europeo, mentre la situazione è diversa negli Stati Uniti e nei Paesi emergenti, questi ultimi in rallentamento nelle ultime sedute.

paesi emergentiMa il rialzo non ha riguardato soltanto l’equity. A salire sono stati anche i bond, sia governativi che corporate. Anche i Btp, con la riduzione dello spread rispetto al bund decennale, hanno registrato rialzi record, portando i rendimenti sui livelli pre-crisi.

I bassi rendimenti potrebbero favorire nei prossimi mesi numerosi collocamenti, dopo il  gran successo avuto nel caso di Luxottica, Eni, Fiat, Atlantia. Tra le diverse categorie di obbligazioni sotto i riflettori le high yield, che rappresentano emissioni ad alto livello di rischio/rendimento, contrapposte alle investment grade costituite da obbligazioni ad elevato rating.

Gi esperti hanno fatto notare che il rischio default è sui minimi storici, per cui potrebbe risultare vincente la strategia di puntare su questo tipo di bond. Chiaro che la rischiosità aumenta notevolmente se si decide di puntare su una singola società, mentre si riduce di molto se l’esposizione avviene attraverso fondi o etf a tema, magari con una visione internazionale e con copertura valutaria.

Discorso differente sui bond governativi, per la maggior parte dei quali i rendimenti negli ultimi mesi si sono eccessivamente ridotti. Un appunto va fatto sui Treasury, che nelle ultime settimane sembrano finiti sotto pressione, tanto che in molti iniziano a dubitare sulle note caratteristiche di bene rifugio. Il ribasso subito, non è tale da gridare allarme, ma è sicuramente una situazione insolita per asset che hanno storicamente mostrato una straordinaria tenuta.

Il rendimento del decennale si è portato cosi al 2,4%, livello storico a due anni, e sono in molti a ritenere che se dovesse proseguire la sistemazione dei bilancio in Ue, il rendimento potrebbe ulteriormente crescere con gli investitori attratti da più lauti rendimenti.

Puoi lasciare un commento, o trackback dal tuo sito.

Lascia un Commento